GARDALAND
MONDO DI DIVERTIMENTO O DI MALTRATTAMENTO?
Approfondimenti: Articolo:
testo integrale del notiziario QT n° 12 del 16.6.2001
Articolo: Delfini: gli imputati pagano per
non affrontare il dibattito
Articolo: Nel Palablu di Gardaland decessi
a catena
Articolo: Gardaland: solo una multa per i
3 delfini morti. LAV "Chiudete i delfinari"
Articolo: I delfini in cattivita'
Documento:
Reportage delfinari in Italia della LAV (pdf)
Gardaland: solo una multa per i 3
delfini morti. LAV "Chiudete i delfinari"
fonte: Infoverona
- 14 novembre 2001 Non saranno processati gli addestratori
e i veterinari della struttura del delfinario di Gardaland, accusati
di maltrattamento di animali (art. 727 C.P. ) per la morte di tre
delfini - Romeo, Hector e Violetta - avvenuta in circostanze sospette
nel giro di poche settimane tra il 1999 ed il 2000. Grazie al pagamento
di un'oblazione di 50 milioni di lire, i responsabili della struttura
di Castelnuovo del Garda sono riusciti a sfuggire al processo nel
quale la LAV, patrocinata dell'avvocato Claudio Avesani, aveva annunciato
l'intenzione di costituirsi parte civile.
"Per gli animali le vie della giustizia sono sempre molto tortuose
e questa vicenda lo conferma: a quanto pare in Italia far morire
un delfino costa appena una decina di milioni di lire, stando a
quanto ci insegna questa vicenda, e per i tre delfini deceduti a
Gardaland non esistono colpevoli perché quelli rinviati a
giudizio non verranno mai processati", ha commentato Giovanni
Guadagna, responsabile nazionale Zoo ed Acquari della LAV.
Sotto processo dovevano finire Enrico Ghinato in rappresentanza
della struttura, l'addestratore Jones Martin Philip ed i veterinari
Ede Simon Douglas e David Taylor, quest'ultimo noto "difensore"
di circhi e delfinari. Il 4 febbraio si terrà l'ultima udienza
su questa vicenda, per la conferma dell'avvenuto pagamento dell'oblazione.
La Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle
specie di flora e fauna in via di estinzione, alla quale anche l'Italia
ha aderito, vieta la detenzione dei delfini, consentendola solo
per la ricerca scientifica; i delfinari italiani aggirano il divieto
con la motivazione di compiere ricerche scientifiche di fatto inesistenti.
Oltre ad essere stressati, gli animali degli acquari sono sottoposti
ad un ambiente insalubre: i referti post-mortem eseguiti in altre
strutture dagli stessi veterinari di Gardaland hanno diagnosticato
la presenza massiccia di tossine mortali prodotte da batteri antibiotico-resistenti.
"La via con la quale i responsabili di Gardaland si sono procurati
questa "assoluzione di fatto" getta ulteriori ombre su
una struttura dove troppi delfini hanno trovato la morte in circostanze
poco chiare: per uno degli animali si parlò inizialmente
di un arresto cardiaco ma l'esame autoptico rivelò la frattura
traumatica della colonna vertebrale - conclude Giovanni Guadagna
- Vista l'impossibilità di avere giustizia, la LAV non può
che tornare a chiedere, con forza ancora maggiore, la chiusura di
Gardaland e di tutti i delfinari italiani".
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