Siti:
Lega Antivivisezionista
(LEAL)
Comitato
Scientifico Antivivisezionista
Novivisezione
Campagna Ricerca senza Animali
Approfondimenti: Animali chi li usa in laboratorio?
Dove si pratica la vivisezione
in Italia
Dove sono le prove che la ricerca su animali sia utile per l'uomo?
(novivisezione.org)
Un racconto di Giuliano
Sadar
The Week of Fire - Paolo Ricci racconta la battaglia animalista
in Inghilterra
I Guerriglieri della Causa
Animalista (LE MONDE diplomatique)
Trascrizione della conferenza
di Cynthia O'Neill Telethon? NO grazie!
1. Definizioni
2. Alcuni numeri
3. Le specie utilizzate
4. Perché no? La ragione etica
5. Perché no? L'antivivisezionismo
scientifico
6. Perché no? Il motivo utilitaristico/economico
7. Cui prodest?
8. I metodi sostitutivi
1. Definizioni
"Vivisezione" o "sperimentazione animale" sono sinonimi.
Separare dei piccoli di scimmia dalla madre e sostituire quest'ultima
con fantocci provvisti di aculei, per valutare se i piccoli "accettano"
di ferirsi pur di avere un contatto affettivo con la madre
surrogata, è certamente fonte di profonda sofferenza psichica e
fisica, verosimilmente non dissimile da quella provata da un animale
"sezionato vivo".
2. Alcuni numeri
LE CIFRE DELLA
VIVISEZIONE IN ITALIA
13 gennaio 2005 - Il Ministero della Salute ha finalmente reso
noti i dati statistici degli animali utilizzati a fini sperimentali
nel triennio 2001-2003. Per la Lav: “non ne diminuisce
significativamente l’uccisione, aumenta l’impiego
di cani e gatti mentre dovrebbero rappresentare l’eccezione
e non la regola. sottostimato il numero reale di animali inutilmente
sacrificati”.
Il 4 gennaio il Ministero della Salute ha finalmente pubblicato
in Gazzetta Ufficiale la quarta edizione dei dati statistici
relativi al numero di animali utilizzati a fini sperimentali
nel triennio 2001-2003, così come previsto dal Decreto
Legislativo 116/92 che regola la materia nel nostro Paese.
Si assiste ad una lievissima flessione del numero totale di
animali impiegati annualmente, passando da una media di circa
988.000 del triennio 1998-2000 ad una media di 912.000, differenza
non significativa da un punto di vista statistico.
“Il numero di animali impiegati è solo timidamente
diminuito nel 2003 rispetto agli anni precedenti, mentre nel
2001 e 2002 è addirittura aumentato rispetto al 2000
- dichiara Roberta Bartocci, responsabile LAV del Settore
Vivisezione - Tra le novità un aumento sensibile del
numero di cani impiegati, da una media inferiore ad 800 individui
impiegati ogni anno nel triennio 1998-2000, agli oltre 1100
dell’ultimo triennio 2001-2003; la maggior parte di
questi viene utilizzata in studi di tossicità sui possibili
effetti dannosi di sostanze chimiche prima della loro immissione
in commercio”.
“Brutte notizie anche per i gatti, impiegati soprattutto
in studi di medicina veterinaria, che da una quota vicina
allo zero del 2000, sono stati di nuovo utilizzati nell’ultimo
triennio (73 nel 2001, 10 nel 2002 e 13 nel 2003) - prosegue
Roberta Bartocci - Aumentato anche il numero di topi impiegati,
diffusi in tutti i settori della sperimentazione animale,
ma in particolar modo nella ricerca di base, come per lo studio
di malattie di vario tipo. Il topo si conferma la specie maggiormente
impiegata in assoluto, non per ragioni scientifiche ma per
il fatto di essere una specie molto economica (il costo di
ogni topo è di circa 13 euro, contro i 30 di un ratto
e i circa 1000 euro di un cane), altamente prolifica e maneggevole.
Si rileva anche l’incremento del numero di scimmie utilizzate,
da un valore medio di circa 300 ad oltre 400”. I dati
sull’utilizzo di cani, gatti e primati nel triennio
2001-2003 confermano una realtà preoccupante che la
LAV aveva già denunciato nel Rapporto “La vivisezione
in Italia, regione per regione”, ovvero che le sperimentazioni
“in deroga” (quelle condotte su cani, gatti, primati,
specie in via di estinzione e/o esperimenti senza anestesia)
sono elevate e addirittura in aumento nel 2000-2002, stimabili
in circa il 20% del totale degli esperimenti condotti su animali.
Questo dato sembra disattendere ciò che la normativa
vigente in materia prevede (Decreto Legislativo 116/92), ovvero
che gli esperimenti “in deroga”, dovrebbero essere
autorizzati solo in caso di dimostrata inderogabile necessità
e quindi rappresentare l'eccezione e non una regola.
Uso degli animali nel triennio 2001-2003 e confronto con il
precedente triennio
Uso degli animali nel triennio
2001-2003 e confronto con il precedente triennio |
|
1998-2000 |
2001-2003 |
Ricerca di base |
25% |
36% |
Sviluppo apparecchi, prodotti,
test di tossicità,
controlli qualità |
71% |
57% |
Diagnosi |
1,70% |
4,10% |
Formazione |
0,30% |
0,30% |
Altro |
2% |
2,20% |
Elaborazione LAV |
La tabella evidenzia un sensibile aumento
degli animali impiegati nella ricerca di base, a fronte di
diffuse dichiarazioni rese da note Fondazioni per la ricerca
che invece parlano spesso di un ricorso residuale ad esperimenti
condotti con animali.
Infine, nonostante la normativa sulla sperimentazione animale
promuova, almeno in linea di principio, l’impiego di
metodi alternativi, le statistiche non riportano il dato della
loro utilizzazione, soprattutto in termini di effettivo contributo
alla sostituzione di animali.
I dati resi noti dal Ministero della Salute provengono dalla
autocertificazione, da parte dei ricercatori, sugli animali
che si prevede di utilizzare e non da una rilevazione dei
dati sul campo.
Si ricorda, inoltre, che nelle statistiche non sono enumerati
gli animali che vengono uccisi prima di essere utilizzati
nelle procedure sperimentali, né i feti, cosa che farebbe
lievitare le cifre di almeno quattro volte se non di più;
inoltre, non sono considerati gli animali “inutilizzati”,
sia negli allevamenti che negli stabilimenti utilizzatori,
i quali, se non impiegati, vengono soppressi e gettati via.
“Le cifre pubblicate sono quindi una significativa sottostima
della realtà”, conclude la LAV Tutti i dati sono
disponibili sulla Gazzetta Ufficiale |
3. Le specie utilizzate
Solo in Italia dal 1992 al 1994 (Gazzetta Ufficiale del 21/8/1995,
pagg. 26-31): topi, ratti, cavie, criceti, altri roditori, conigli,
gatti, cani, furetti, cavalli, asini, zebre, suini, caprini, ovini,
bovini, primati non umani, altri mammiferi, quaglie, altri volatili,
rettili, anfibi, pesci.
4. Perché no? La ragione etica
Gli animali soffrono, se accecati, avvelenati, infettati, eviscerati, lasciati
morire di fame e sete, imprigionati, incatenati a stabulari, allontanati dal proprio habitat, dal branco, ecc. Gli animali usati nei laboratori vengono sottoposti ripetutamente ad ogni sorta di crudele tortura (che si cerca di nascondere dietro l'uso di parole neutre come "sperimentazione" e "ricerca") senza alcuna via d'uscita, senza alcuna speranza se non quella derivante
dalla morte liberatrice.
Davanti a tale immensa violenza non ci si può che domandare: riteniamo moralmente accettabile procurare tanto dolore e tanta sofferenza? Riteniamo accettabile portare un individuo a tanta profonda disperazione da rifuggiarsi nell'apatia o nella follia? Come è possibile rimanere indifferenti davanti a tante atrocità? Che fine ha fatto la nostra coscienza? È questa la civiltà che vogliamo, fondata sull'orrore e la violenza, sulla sofferenza e la morte di miliardi di individui? È questo che vogliamo essere: dei carnefici, dei bruti, degli assassini?
Sollecitata da domande così pressanti, negli ultimi anni una componente importante dell'animalismo, l'antispecismo radicale, ha mosso la propria critica allo sfruttamento animale concentrandosi preminentemente sull'aspetto etico, affermando che gli interessi fondamentali che riconosciamo agli esseri umani (alla vita, al benessere psico-fisico e alla libertà), sono validi per tutti gli esseri senzienti, dunque anche per gli animali in quanto con gli umani condividono la capacità di soffrire e provare dolore. Conseguentemente, qualunque azione o comportamento umano verso gli animali sia contrario a questi interessi, va evitato e impedito. Questo comporta, per l'antispecismo radicale, che la civiltà umana debba riconsiderare i presupposti su cui è fondata: la superiorità della specie umana sulle altre è un pregiudizio filosofico, religioso e culturale (specismo) frutto di una separazione dualistica tra presunti opposti (spirito-natura, razionale-istintivo, umano-animale) che va ricomposta. Un taglio nella carne del vivente che ha immerso la nostra civiltà nell'oscurità della violenza invisibile, nascosta dietro i cancelli, le alte mura e il filo spinato che circondano quei luoghi dove oltre alla vite di individui indifesi, abbiamo ucciso la nostra compassione e la nostra umanità.
5. Perché no? La ragione scientifica
La favola bella dei vivisettori recita che, senza la loro pratica,
lo sviluppo di farmaci per favorire la salute umana sarebbe a rischio.
Questo non è vero per almeno tre motivi:
- Tutti gli esperimenti su animali sono metodologicamente erronei per la disparità esistente tra condizioni indotte sperimentalmente e le condizioni spontanee degli umani e per le differenze biologiche fra le specie.
Qualche esempio: se la penicillina fosse stata testata sulle cavie di laboratorio (nelle quali è talmente tossica da risultare letale) non sarebbe mai stata utilizzata nell'uomo.
Il talidomide provocò la nascita di 10.000 bambini focomelici, anche se si era dimostrato innocuo per svariate specie animali utilizzate prima della commercializzazione.
Negli USA, il 51% dei farmaci viene ritirato dal commercio per gravi effetti collaterali non riscontrati nella sperimentazione animale (JAMA 1998; 279: 1571-1573);
- Molti esperimenti sono banali o inutili perché non fanno altro che ripetere esperimenti già compiuti;
- Il 70% della vivisezione è condotta al di fuori dell'ambito medico per la valutazione di tossicità di cosmetici, pesticidi, erbicidi, sostanze industriali, prodotti per l'igiene della casa, addittivi alimentari, alcool e tabacco, nell'industria bellica e nella didattica biologica.
6. Perché no? Il motivo utilitaristico/economico
La vivisezione brucia enormi fondi di ricerca (derivanti dalle tasse dei cittadini che vengono poi esclusi dalla conoscenza di cosa succede nei laboratori con una pratica decisamente antidemocratica) che potrebbero essere utilizzati meglio per migliorare la salute umana (ad esempio, per prevenire i danni da fumo di sigaretta è meglio una massiccia campagna informativa o far fumare coattivamente centinaia di conigli e cani per poi testare farmaci antitumorali?).
7. Cui prodest?
La sperimentazione animale serve alle industrie farmaceutiche per ottenere una sicura tutela giuridica in caso di contenziosi a seguito della commercializzazione di "nuovi" farmaci (spesso "farmaci-copia", cioè farmaci ottenuti con minime modifiche da farmaci già noti) al fine di aumentare i già enormi profitti.
Ai vivisettori, per carriera.
Alle istituzioni, per giustificarsi di fronte all'elettorato in caso di "insuccesso" di nuovi farmaci approvati per uso umano.
8. I metodi sostitutivi
I metodi sostitutivi esistono e comprendono la ricerca clinica, l'epidemiologia e la statistica, l'utilizzo dei moderni strumenti di indagine non invasiva (esempio la TAC e la risonanza magnetica), le colture in vitro di cellule e tessuti umani, le simulazioni al computer.
|
INTRODUZIONE ALLE
METODOLOGIE SOSTITUTIVE
Un interessante e dettagliato manuale sulle tecniche sostitutive
alla sperimentazione animale scientifica e didattica a cura
di Massimo Tettamanti
Per il download della versione PDF del manuale:
Cliccare
qui.
|
OLTRE I CANCELLI PER L'INFERNO
Viaggio nel mondo della vivisezione
Stefano Cagno fornisce una lucida e dettagliata descrizione dell'universo
vivisettorio
Per il download della versione Word del documento:
Cliccare
qui.
|