RANDAGISMO
Approfondimenti:
Documento
PDF: I dati del randagismo (fonte: Animalisti Italiani)
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ZIP: Leggi regionali in materia di randagismo
MANUALI: PRONTO SOCCORSO
ANIMALI FERITI, NUMERI UTILI, DENUNCE, INFORMAZIONI, LEGGI E TANTO
ALTRO
RANDAGISMO
E PREVENZIONE - L'ABBANDONO
fonte: OIPA
Un fenomeno in crescita, che non accenna a regredire. Ogni anno
in tutta Italia vengono abbandonati centinaia di migliaia di animali
domestici. L'animale viene considerato alla stregua di un oggetto
o di un giocattolo di cui ci si può disfare in qualunque
momento.
L'abbandono è fonte di numerosi problemi. L'animale lasciato
solo non è abituato a procacciarsi il cibo e spesso muore
di fame e di sete. Alcuni animali, abbandonati perché vecchi
o già malati, non hanno alcuna possibilità di riuscire
a sopravvivere. A questo si aggiunge il trauma psicologico dell'essere
stati abbandonati. Gli animali lasciati ai bordi di una strada possono
causare incidenti automobilistici.
Quelli abbandonati in zone boschive o isolate, entrano in competizione
con la fauna già presente.
Le tartarughe dalle orecchie rosse, Trachemys, in seguito
ai ripetuti abbandoni, hanno causato la drastica riduzione delle
specie autoctone colonizzando il territorio. Al contrario, i conigli
selvatici non lasciano spazio a quelli domestici di cui ci si è
disfati.
Un altro problema è quello relativo alla diffusione di malattie
infettive, col rischio di epidemie per l'uomo e la fauna selvatica.
LE CIFRE DEL RANDAGISMO
IN ITALIA (2004)
Corriere della Sera 19.10.04
La popolazione dei cani in Italia
fonte: Ministero della Salute
|
di proprietà |
randagi |
Piemonte
Valle d'Aosta
Lombardia
Bolzano
Trento
Veneto
Friuli V. Giulia
Liguria
Em. Romagna
Toscana
Umbria
Marche
Lazio
Abruzzo
Molise
Campania
Puglia
Basilicata
Calabria
Sicilia
Sardegna |
717.872
17.500
900.000
40.000
43.000
437.800
100.000
247.226
503.458
509.560
217.407
175.000
416.175
105.870
36.761
311.304
123.410
29.058
188.000
244.000
153.048 |
13.343
300
7.078
340
830
17.000
2.000
9.167
10.000
27.108
28.447
31.000
59.226
42.710
16.148
122.076
77.441
32.976
81.000
68.261
14.026 |
totali |
5.516.449 |
660.517 |
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LE CIFRE DEL RANDAGISMO
IN ITALIA E IN LOMBARDIA
RANDAGISMO IN CIFRE
Gatti abbandonati ogni anno in Italia:
200.000
Cani abbandonati ogni anno in Italia: 150.000
Cani e gatti vittime della fame, della sete e di incidenti
stradali: 280.000
Cani destinati ad una vita in strada o nei canili: 70.000
Cani che muoiono entro i 20 giorni dall'abbandono: 85%
Incidenti stradali provocati dall'abbandono in 10 anni: 40.000
Cani randagi in Italia: 650.000
Gatti randagi in Italia: 1.400.000
Business annuale dei canili privati: 100 mil. di euro
Dati riferiti all'anno 2000:
Gli abbandoni in autostrada sono meno frequenti di un tempo:
nei primi due anni del 2000 si è registrata, rispetto
al decennio precedente, una diminuzione del 70%.
Cani e gatti vengono abbandonati da altre parti, ad esempio
davanti ai canili, nei centri cittadini e in prossimità
dei luoghi di villeggiatura.
Allarmante il dato sulla mortalità dei cani abbandonati,
che raggiunge l'80%.
Nei mesi di giugno - luglio - agosto vi è il massimo
picco di abbandoni:
si stima ammontino a ca. 60.000 nei tre mesi.
Ciò equivale a 20.000 al mese, cioè a circa
600 cani abbandonati al giorno.
Ciò significa che, nei tre mesi "caldi",
sul territorio nazionale, si assiste in media a 25 abbandoni
del migliore amico dell'uomo all'ora, ovvero ad un abbandono
ogni due minuti
(dati elaborati da Edgar Meyer - Stefano Apuzzo - Gaia
Animali&Ambiente)
Abbandono a Milano: dati relativi all'attività nell'anno
2002 del Presidio Veterinario Canile Sanitario.
Ecco i dati relativi all'attivita' del Canile Sanitario (P.V.C.S.)
di Milano, gestito dal Servizio di Sanità Animale dell'A.S.L.
Città di Milano.
SANITA' ANIMALE
A.S.L. Città di Milano
SERVIZIO DI SANITÀ ANIMALE
Anno 2002: attività del CANILE SANITARIO (PVCS) DI
MILANO
La direzione della Azienda Sanitaria Locale della Città
di Milano rende noti i dati relativi all'attività del
PRESIDIO VETERINARIO CANILE SANITARIO, sito in via Lombroso
n. 99, Milano.
Le normative vigenti riguardanti la prevenzione del randagismo
e la profilassi della rabbia prevedono il ricovero nei canili
sanitari dei cani vaganti.
Nel corso dell'anno 2002 sono stati ricoverati 851 cani; 54
soggetti erano già presenti al 1/1/02 (totale 905).
I cani affidati dalla Forza Pubblica sono stati 67 (7,40%),
e altri 76, pari al 8,40%, sono stati riportati in dal Canile
per incompatibilità con il nuovo proprietario.
Nei riguardi della Profilassi della rabbia i cani morsicatori
ricoverati per i prescritti tempi di osservazione sono stati
34 (3,76%).
A fronte della entrata di 851 animali (più 54 già
presenti il giorno 01.01.02), nel corso del 2002 si è
avuta una uscita di 853 cani.
347 (39,12%) sono stati resi ai legittimi proprietari
339 (38,22%) sono stati affidati a cittadini desiderosi di
avere un "amico fedele".
46 (5,19%) sono stati ceduti a Enti Zoofili.
31 (3,49%) sono stati sottoposti ad eutanasia perché
incurabili o per comprovata aggressività.
7 (0,79%) sono stati sottoposti ad eutanasia su esplicita
richiesta dei proprietari.
11 (1,24%) in maggioranza soggetti anziani e malati, sono
deceduti per cause naturali.
71 (8,00%) sono stati trasferiti al rifugio comunale convenzionato
per la lungodegenza.
1 (0,11%) è fuggito;
34 (3,83%) presenti a fine anno (31.12.02).
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PREVENZIONE DEL RANDAGISMO
La Legge n° 281 del 1991 stabilisce che né i cani detenuti
nei canili, né quelli randagi possano più essere soppressi
né ceduti a laboratori di vivisezione. Inoltre prevede l'istituzione
dell'anagrafe canina che tramite un tatuaggio indolore collega ogni
cane al proprietario. Con questa legge si decreta, per la prima
volta in Italia, che l'abbandono di un animale costituisce un reato
punibile con sanzioni penali. Un cane, trovato a girovagare senza
medaglietta e senza tatuaggio, viene considerato randagio e, in
genere, catturato e portato al canile municipale. Il tatuaggio di
identificazione può essere eseguito presso qualsiasi veterinario
o rivolgendosi alla ASL locale.
La sterilizzazione di cani e gatti, nonostante possa sembrare una
prevaricazione sulla natura dell'animale, costituisce un fattore
importantissimo per la prevenzione del randagismo. Nella maggior
parte dei casi il destino delle cucciolate indesiderate è
o la soppressione o l'abbandono. La sterilizzazione sopprimendo
l'istinto sessuale evita fughe nel periodo del calore riducendo
il rischio di perdere il cane o il gatto. Inoltre, si rivela l'unica
efficace prevenzione nei tumori alla mammella.
LE COLONIE FELINE
Per colonia felina si intende qualsiasi gruppo di due o più
gatti che coabitano nel medesimo territorio. I luoghi più
comuni dove è possibile trovare colonie sono i giardini condominiali
o di ospedali, aree di verde urbano come giardinetti e parchi, costruzioni
abbandonate, orti e cascinali. La legge 281/91 tutela queste colonie
vietando qualsiasi forma di maltrattamento o crudeltà nei
loro confronti. Per maltrattamento si intende anche ostacolarne
il nutrimento ed impedirne il riparo. E' inoltre vietato spostare
le colonie feline dal loro insediamento di origine, salvo in casi
eccezionali, per tutelare la sopravvivenza degli animali.
Le ASL, in base alla Legge 281/91, sono obbligate a sterilizzare
gratuitamente i gatti appartenenti alle colonie feline del loro
territorio.
CANILI E GATTILI
Nei canili e nei gattili vengono accolti tutti gli animali abbandonati
o persi. Le condizioni di questi rifugi sono, il più delle
volte, precarie. Gabbie sovraffollate che favoriscono la trasmissione
di malattie infettive e parassitarie, maschi e femmine liberi di
accoppiarsi, condizioni igieniche scarse, nutrimento insufficiente
o inadeguato, controlli sanitari carenti. Tutto questo aggrava lo
stress psicologico dell'animale, già abbandonato. In alcuni
canili il maltrattamento raggiunge livelli estremi: cani massacrati
a bastonate, spariti nel nulla, sequestrati per maltrattamento,
privati delle corde vocali per "risolvere" problemi di
inquinamento acustico.
La gestione di queste strutture è estremamente gravosa: solo
grazie ai volontari si riesce ad alleviare le sofferenze degli animali
detenuti, garantendogli una maggiore attenzione e migliori cure.
Nonostante la Legge 281/91 affidi la gestione di canili e gattili
ai Comuni, spesso questi ultimi preferiscono stipulare convenzioni
con privati. Frequentemente si tratta di individui privi di scrupoli,
più interessati ai contributi giornalieri forniti dal Comune
che al benessere degli animali. Le amministrazioni pubbliche garantiscono
ai canili privati da 1,5 a 5 euro al giorno per ogni cane.
Canili e gattili, che dovrebbero essere luoghi di accoglienza temporanea,
spesso diventano, nel caso di animali anziani o malati, la soluzione
definitiva.
IL TRAFFICO VERSO L'ESTERO
Spesso la sparizione di animali da canili, gattili e luoghi pubblici
è dovuta all'esportazione verso laboratori di vivisezione
in Italia o in altri stati europei, principalmente in Svizzera ed
in Germania.
La legge 281 stabilisce che dai canili non possano essere ritirati
più di tre cani dalla stessa persona e che comunque gli animali
non vengano portati all'estero. I cani esportati dall'Italia ogni
anno sono diverse migliaia. Veneto, Lombardia, Piemonte, Umbria
e Campania sono le regioni maggiormente coinvolte.
Questi traffici sono possibili perché si basano sulla complicità
e collaborazione di figure all'interno dei canili e di funzionari
di alcune ASL. Queste persone, spinte da incentivi economici, si
nascondono dietro giustificazioni come l'adozione all'estero.
ADOZIONE E CONSIGLI UTILI
€ Se trovate un cane segnalatene la presenza
alla Polizia Municipale che provvederà a chiamare il canile
convenzionato. Per emergenze e negli orari in cui non sono reperibili
i Vigili, avvisate i Carabinieri. Contattate comunque anche le Associazioni
locali che sapranno indicarvi i canili e le procedure in atto nella
zona del ritrovamento. Tappezzate la zona di cartelli con la descrizione
del cane ritrovato e informatevi se appartiene a qualcuno che abita
nelle vicinanze.
- Quando trovate un animale, accertatevi
a distanza delle sue condizioni fisiche, avvicinatevi con cautela
e, qualora necessario portatelo dal veterinario più vicino.
- Non comprate cani, gatti, o altri animali, ricordatevi sempre
che all'interno di canili e gattili troverete sempre un animale
che aspetta di essere adottato.
Brevi cenni sui processi di domesticazione del cane e del
gatto ed origine del fenomeno del randagismo.
CANI
Parlando di cani dobbiamo cercare di capire come ha origine il fenomeno
del randagismo, possiamo suddividere i cani in quattro gruppi:
A - cani che hanno un padrone che li tiene sempre
sotto controllo, alcuni di loro però hanno anche una doppia vita
e di notte si uniscono a bande di altri cani.
B - cani che hanno un padrone, ma sono liberi di
andarsene come e quando vogliono, sono quelli che arrecano maggiori
danni al bestiame domestico.
C - cani randagi legati ancora alla figura dell'uomo
capobranco, ricercano il contatto con l'uomo
D - cani inselvatichiti, rifuggono l'uomo, tale
gruppo mantiene più o meno costante il suo numero perché alimentato
in continuazione dai gruppi B e C. I danni al bestiame domestico
non sono mai causati da cani di questo gruppo, ma sempre dagli altri
gruppi.
È frequente il passaggio dai gruppi A e B al gruppo C che origina
poi qualche esemplare del gruppo D, assai raro, per non dire nullo,
il passaggio inverso.
A -> C -> D B -> C -> D
In natura la specie "cane" non esiste, è frutto del processo di domesticazione che l'uomo ha condotto nei secoli, un processo che sembra abbia avuto origine già più di 20.000 anni fa. Le differenze tra il cane ed il suo progenitore selvatico, il lupo, sono notevoli:
- i cani non hanno la coesione sociale dei lupi, non sanno aiutare le femmine che allattano;
- i cani non sanno mantenere una gerarchia che assicuri la riproduzione dei più adatti;
- si è riscontrato che solo il 2% di cani nati allo stato selvatico e che non hanno mai avuto contatto con l'uomo riesce ad arrivare all'età della riproduzione, il restante 88% muore subito dopo lo svezzamento, quando la madre va un'altra volta in calore;
- i cani hanno due periodi fertili (calori) all'anno, i lupi solo uno;
- tutte le femmine di cane che vivono senza il controllo dell'uomo partoriscono due volte l'anno, nei branchi di lupi solo la femmina alfa partorisce i cuccioli generati con il maschio dominante, gli altri membri del branco aiutano la coppia a crescere la cucciolata, che verrà seguita per circa un anno dall'intero gruppo (il lupo italiano partorisce all'inizio della primavera ed i nuovi nati restano con i genitori all'incirca fino al successivo mese di gennaio, quando la madre va nuovamente in calore);
- il numero dei cuccioli partoriti dal cane è superiore al numero di cuccioli partorito dal lupo.
Ne consegue che il cane non è un animale adatto alla vita selvatica, tutti i cani, anche quelli inselvatichiti (gruppo D) sono incapaci di vivere allo stato selvatico.
GATTI
Il gatto domestico viene oggi classificato dal punto di vista sistematico come Felis Silvestris Catus e si pensa che discenda, per processo di domesticazione operato dall'uomo, dalla specie F.S.Libica.
Il processo di domesticazione è molto più recente di quello del cane, si ritiene risalga alla civiltà egizia, non più di 6/7 mila anni fa quindi, e nel corso dei secoli ha vissuto momenti più o meno felici (deificato dagli egizi, demonizzato dalla chiesa nel medioevo).
Anche nel gatto il processo di domesticazione ha comportato cambiamenti rispetto al suo discendete F.S.Libica, anche se probabilmente inferiori a quelli subiti dagli altri mammiferi domestici:
- modificazione dell'assetto ormonale
- neotenia, cioè persistenza di alcune caratteristiche infantili nell'adulto.
- il gatto selvatico partorisce una sola volta l'anno ed un numero ridotto di piccoli, generalmente tre, il F.S.Catus ha tre/quattro calori all'anno e partorisce una media di cinque piccoli ogni volta.
La neotenia è molto meno evidente nei gatti rispetto ai cani, per esempio schemi di comportamento predatorio compaiono in età precoce nei gattini e vengono utilizzati in maniera considerevole dall'animale adulto, invece in molte razze di cani la sequenza predatoria risulta incompleta (l'uomo ha infatti evidenziato nelle varie razze canine quei comportamenti che più gli tornavano utili, ottenendo così razze da guardia, da difesa, da caccia, da pastore e così via).
Non si confonda il gatto domestico, F.S.Catus che definiamo randagio o selvatico, con il gatto selvatico vero e proprio F.S.Silvestris.
La domesticazione altera le caratteristiche dell'animale e lo rende quindi incapace di vivere allo stato selvatico, la domesticazione ha comportato obbligatoriamente violenza sugli animali. Ecco perché quelli che oggi sono animali domestici devono per forza vivere insieme a noi, ma lasciamo gli animali che ancora non hanno subito questo processo al loro stato naturale. Ecco perché diventa necessario l'intervento dell'uomo sul processo riproduttivo degli animali domestici tramite la sterilizzazione.
BUSINESS DEL RANDAGISMO
fonte: LAV
Sull’abbandono degli animali si è innestato un giro di
affari che nel 2001 potrebbe aver sfiorato i 500 miliardi di lire:
alcuni privati hanno costruito la loro fortuna grazie a convenzioni
miliardarie con amministrazioni locali compiacenti, spesso aggiudicate
con gare d’appalto al ribasso d’asta, alle quali corrispondono
strutture fatiscenti, veri e propri lager dove è impedito l’accesso
a chiunque e da dove i cani non usciranno mai.
Le strutture pubbliche sono spesso insufficienti o a volte totalmente
inesistenti; in questi casi diventa più semplice per le amministrazioni
incapaci di trovare soluzioni che tengano conto del rispetto degli
animali, dare in appalto esterno a privati la gestione dei canili.
Il contributo economico elargito per ogni cane può variare
da 3.000 a 10.000 Lire al giorno e gli appalti possono arrivare
a raggiungere cifre altissime a volte miliardarie. Diventa chiaro
pertanto l’interesse nel settore dimostrato da persone senza
scrupoli. In modo sempre più frequente negli ultimi anni,
attraverso un’opera di monitoraggio operata dalla LAV e grazie
alle segnalazioni giunte alla nostra associazione, è stato
possibile denunciare realtà in cui i canili sono strutture
sovraffollate, inadatte, prive delle condizioni igienico-sanitarie
necessarie, in cui i cani sono malnutriti, senza alcuna assistenza
veterinaria, vittime di ogni sorta di maltrattamenti.
Nonostante la copertura finanziaria per la legge 281 metta in condizione
i comuni di affrontare il problema, in otto anni (dal ’91
al ’98) le Regioni hanno utilizzato solo il 29,7% delle risorse
finanziarie stanziate dallo Stato, in molte Regioni i fondi statali
del ’94 e del ’95 non sono stati nemmeno iscritti o
assegnati nei relativi capitoli di bilancio mentre i fondi regionali
utilizzati nello stesso periodo di tempo sono pari al 91%. Fino
al 1997/98 i Comuni hanno fatto gestire alle Associazioni presenti
sul territorio i canili ed i randagi spesso con convenzioni assolutamente
insufficienti; a partire al ’95 si registra la nascita di
canili gestiti da ditte private, che progressivamente scalzano le
no-profit nella gestione dei randagi, ottenendo convenzioni miliardarie
dai Comuni.
Il primo dato impressionante nei canili gestiti per lucro è
quello della mortalità, anche se non mancano dati simili
nei canili a gestione ASL o comunale un esempio tra tutti il canile
di Palermo: da 40 ad oltre il 60% dei cani ospitati. I casi di maltrattamento
sono all’ordine del giorno: in un canile di Noha (LE) lo scorso
anno sono state folgorate le corde vocali di 190 cani per ovviare
all’inquinamento acustico, senza che questo grave fatto abbia
poi impedito solo pochi mesi dopo il rinnovo della convenzione.
All’interno di questi canili fatiscenti i cani vengono ammassati
in anguste gabbie, in manufatti edili incompleti, in recinti superaffollati
e coperti solo da tettoie di lamiera. Le cucce e/o i ripari non
sono quasi mai presenti, anche le ciotole per il cibo sono spesso
un miraggio. Spesso non sono rispettati nemmeno i requisiti minimi
per legge, ovvero i 2 metri quadri a cane. Il Decreto parla di brevi
periodi di stabulazione, i randagi richiusi nei canili privati ci
rimangono tutta la vita. Moltissimi i cani misteriosamente scomparsi,
il dato ufficiale parla di 1.534 dal 95 al 99, il numero reale è
difficile da quantificare.
Il dato emerso da una recente ispezione di canili municipali, rifugi
privati e pensioni, svolta nell’estate del 2001 dai Carabinieri
dei N.A.S., d'intesa con il ministero della salute, conferma quanto
più volte denunciato dalla LAV: a fronte di 315 controlli
sono state accertate ben 204 infrazioni penali ed amministrative
e deferite alle competenti autorità 134 persone. Tra gli
illeciti più frequenti: deposito incontrollato di rifiuti
biologici, cani sprovvisti di tatuaggio identificativo, mancata
iscrizione all'anagrafe canina, carenze strutturali, assenza di
autorizzazioni e maltrattamento di animali.
Segnalazioni
Anche in questo caso un ruolo attivo ed importantissimo può
essere svolto da ciascuno di noi. I casi portati all’attenzione
della LAV e denunciati alle Autorità competenti sono stati
spesso segnalati da privati cittadini. Per questo motivo invitiamo
a segnalarci casi di canili gestiti male, strutture nelle quali
è stato impossibile accedere per richiedere informazioni
o per prendere in affidamento un cane. Insieme possiamo e dobbiamo
stroncare questa tendenza, soprattutto perché chi specula
aumenta la sofferenza dei randagi.
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