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LE RAGIONI DELL'ANTIVIVISEZIONISMO

Approfondimenti:
Link: Lega Antivivisezionista (LEAL)
Link: Comitato Scientifico Antivivisezionista
Link: Novivisezione
Link: Campagna Ricerca senza Animali
Link: Telethon? NO grazie!
Articolo: Animali chi li usa in laboratorio?
Articolo: dove si pratica la vivisezione in Italia
Link: Dove sono le prove che la ricerca su animali sia utile per l'uomo? (novivisezione.org)
Articolo: un racconto di Giuliano Sadar
Link: The Week of Fire - Paolo Ricci racconta la battaglia animalista in Inghilterra
I Guerriglieri della Causa Animalista (LE MONDE diplomatique)
Trascrizione della conferenza di Cynthia O'Neill



VERSO UN'ECOLOGIA RADICALE
I GUERRIGLIERI DELLA CAUSA ANIMALE

LE MONDE diplomatique - Settembre 2004

Negli Stati uniti le autorità mettono in guardia laboratori farmaceutici e imprese biotecnologiche contro possibili rappresaglie da parte di coloro che difendono i diritti animali. Lo stesso Fbi (Federal Bureau of Investigation), stigmatizza questi ecologisti radicali come «eco-terroristi». Nel Regno unito gruppi clandestini non esitano a ricorrere agli attentati per impedire lo sfruttamento di ogni tipo di fauna. Hls (Huntingdon Life Sciences), il più esteso laboratorio europeo di sperimentazione sugli animali, da quattro anni è diventato il bersaglio principale di una vera e propria battaglia mondiale. Per liberare gli animali torturati, i guerriglieri ecologisti tentano di spingere al fallimento Hls, molestandone azionisti, clienti e fornitori.

SHAC
Cédric Gouverneur

Impeccabile nel suo completo in «fibra sintetica», Robin Webb assomiglia più a un mite pensionato che all'alieno, liberatore di zoo, interpretato da Brad Pitt ne L'esercito delle dodici scimmie (1). Nonostante le apparenze, l'uomo che ci accoglie in un pub di Nottingham è il portaparola legale del Fronte di liberazione degli animali (Alf). Il gruppo è una formazione clandestina, perseguita con accanimento dai servizi antiterrorismo di Scotland Yard e dell'Fbi. «Alf è invincibile: lo stato non può imprigionare un'idea», spiega Webb, un tempo sindacalista poi divenuto militante vegetaliano (2), 25 anni fa «dopo essere passato un mattino davanti a un macello». E prosegue: «Chiunque compia un'azione - dalla rottura di vetri all'incendio - per salvare degli animali o danneggiare la proprietà di chi ne abusa, può rivendicare su Internet il suo gesto, a condizione che nessuno, uomo o animale, sia rimasto ferito. Alf accetta la responsabilità di queste azioni e sostiene gli esecutori, in caso di arresto».
Tale organizzazione decentralizzata rende difficile l'infiltrazione di Alf da parte della polizia, allo scopo di smantellarla. «L'Ira (Armata repubblicana irlandese) è anch'essa strutturata in cellule autonome. Ma possiede un comando unificato, identificabile. Alf non ha niente di simile: arrestarmi per mettermi a tacere è inutile», si compiace il portaparola, incarcerato per sette mesi nel 1995.
A partire dalla creazione dell'organizzazione nel 1976, circa 200 attivisti sono stati incarcerati, accusati di migliaia d'azioni.
L' Alf rivendica anche diversi «martiri» , fra i quali Barry Horne, morto in seguito dello sciopero della fame nel novembre del 2001, nella prigione dove stava scontando 18 anni per un attentato contro un magazzino di pellicce. Caduto «in nome della libertà di coloro che non possono difendersi da soli» - gli animali. La Gran Bretagna, tuttavia, è sempre stata all'avanguardia in materia di diritti animali. La prima associazione di difesa della fauna e la prima legge contro i maltrattamenti inflitti agli animali sono nate qui, nel 1820. Lo scorso anno la Società reale di prevenzione degli atti crudeli contro animali (Rspca), che data dal 1840, ha raccolto fondi pari a 80 milioni di sterline (3), versati da circa 300.000 donatori.
Il crollo dell'industria pelliccera Il ricorso alla forza, da parte di una frangia di questo movimento, i cui militanti provengono da ogni classe sociale, risale agli anni 1960. Nel 1963 nel sud dell'Inghilterra, sorse l'Associazione sabotatori della caccia (Hsa) (Hunt Saboteurs Association). «All'epoca si trattava di frapporsi fra i cacciatori e i cacciati, di salvare la selvaggina e di spingere Westminster a impedire la caccia - ricorda Webb - Nel 1973 un piccolo gruppo di militanti intorno a Ronnie Lee, comincia a incendiare i veicoli dei cacciatori. In seguito la loro azione di sabotaggio si estende ai laboratori di vivisezione e ai magazzini di pellicce, assumendo il nome di "Banda della Misericordia"(Band of Mercy)». Tre anni dopo i clandestini scelgono l'acronimo Alf.
«All'epoca i Fronti di liberazione sciamavano in America latina come in Irlanda. Alf ritiene che l'azione violenta per ottenere giustizia può essere legittima, sul breve periodo. In gran Bretagna anche il movimento per l'abolizione della schiavitù e le suffragette fecero ricorso a mezzi illegali. Alf, diminutivo di Alfredo, ha il merito di imbrogliare le intercettazioni telefoniche».
Per mezzo di attentati e minacce, Alf e i suoi militanti intendono far aumentare i costi della sicurezza fino al punto di rendere economicamente impraticabile «lo sfruttamento animale». Centinaia di attivisti sono pronti a diventare fuorilegge in nome della causa. L'elenco delle loro imprese è eloquente. Vetrine delle macellerie in frantumi, assalti alle pescherie per salvare le «aragoste sbollentate», incendi di mattatoi e magazzini di pellicce, molestie a circhi e zoo, assalti ad allevamenti di visoni da parte di commando mascherati, che liberano i prigionieri (malgrado le razzie provocate in seguito dai predatori contro la fauna dell'ambiente) , saccheggio dei laboratori di vivisezione e degli allevamenti, minacce contro il personale di queste strutture, manomissione delle loro finestre di casa, danni ai veicoli, incendio dei camion frigoriferi usati dai mattatoi. Negli Stati uniti e nell'Europa del Nord Alf rivendica sistematicamente azioni analoghe.
Queste manifestazioni in favore degli animali, a volte assumono forme più violente. Nell'ottobre del 1999 alcuni uomini armati sequestrano Graham Hall, un giornalista di Channel 4 che indagava sui militanti di Alf. Con un ferro rovente vengono impresse sulla schiena dell'uomo tre lettere: A L F. Nel febbraio 2000, allarmi di attentati dinamitardi contro azionisti del laboratorio Hls, provocano l'evacuazione di migliaia di impiegati della City. All'inizio del 2001 Brian Cass e un dirigente dell'impresa, vengono aggrediti da commando mascherati; alcune lettere esplosive feriscono un allevatore e una ragazzina.
Altre persone, responsabili o complici di sevizie agli animali, sono minacciate di morte e di sequestro dei loro figli. Altri ancora risultano vittime di lettere spedite ai loro conoscenti, nelle quali vengono accusati di pedofilia. Due gruppi di «eco-guerrieri» (eco-warriors), cioè: Arm (Milizia dei diritti degli animali) e Jd (Dipartimento della giustizia) predicano il ricorso alla violenza contro coloro che torturano gli animali. Gli stessi ecologisti agiscono probabilmente in favore di Alf, Arm o Jd, scegliendo le loro rivendicazioni sulla base dell'azione attuata. Temendo per la loro incolumità, circa 2.000 proprietari di imprese collegate alla sofferenza degli animali, hanno ottenuto dal governo che i loro indirizzi commerciali siano eliminati dal pubblico registro. Tuttavia «in seguito al dramma della ragazzina ferita, che ha nuociuto alla causa degli animalisti, gli estremisti evitano di causare del male a qualcuno». Così afferma, moderando i toni, Mark Matfield, uno dei potenziali bersagli, in quanto direttore della Rds (Società per la difesa della ricerca), nota «lobby» della sperimentazione sugli animali. «Le loro azioni consistono soprattutto nell'intimidazione: non hanno infatti mai ucciso». Gli unici morti di questo conflitto, a parte l'ecologista Barry Horne, sono due «sabotatori della caccia», e una donna che manifestava contro il trasporto del bestiame vivo, schiacciati negli anni '90 da alcuni veicoli. In 30 anni di lotta il movimento di liberazione animale ha riportato vittorie notevoli. Attualmente trovare una pelliccia nel Regno unito è diventato quasi impossibile. Negli ultimi anni numerose fattorie d'allevamento di cani e gatti destinati agli esperimenti sono stati costretti al fallimento. A gennaio 2004, l'Università di Cambridge ha dovuto abbandonare un progetto di ricerca neurologica, che implicava degli esperimenti atroci su primati (4).
Mel Broughton - un amico di Barry Horne, che ha scontato quattro anni di prigione per detenzione di esplosivo - ha coordinato attraverso internet una campagna di pressione contro i collaboratori del progetto: in tre anni il piano iniziale che contemplava un semplice laboratorio ha assunto i connotati di una fortezza: il suo costo è passato da 24 a 32 milioni di sterline. Un preventivo insostenibile per il consiglio d'amministrazione di Cambridge, che sarà costretto a gettare la spugna, con grande scorno di Anthony Blair, preoccupato per lo sviluppo della ricerca, e di Matfield, che preconizza «un giorno nero per i pazienti».
L'ecologista Mel Broughton, da parte sua, intende far fallire un progetto simile a Oxford. «Quelle persone possono tollerare una manifestazione (contro di loro) una volta all'anno - spiega - ma non sono in grado di fare fronte a una pressione costante sui loro azionisti e fornitori».
Contattato lo scorso marzo dai difensori degli animali, il gruppo Btp di Travis Perkins si è ritirato dal progetto Oxford quasi subito.
Ma il nemico principale dei guerriglieri dell'ecologia, la cittadella circondata da filo spinato e reticolati, spesso paragonata a un campo di concentramento, contro cui convogliano la loro offensiva da quattro anni, risulta tuttora in attività. Hls, il più grande laboratorio di vivisezione d'Europa è un centro del Cambridgeshire che tratta 70 mila animali, utilizzati come cavie ogni anno per l'industria mondiale. Il suo direttore, Brian Cass, bestia nera d'Alf da oltre 20 anni, afferma: «Io credo in ciò che faccio». E aggiunge: «I benefici della sperimentazione animale sono innegabili per i pazienti».
Un responsabile di Hls precisa che tra gli animali trattati «85% sono pesci e roditori», «i cani e le scimmie non rappresentano che l'1% delle cavie presenti». Conti alla mano si tratta in ogni caso di 700 animali sottoposti a torture...
Nel 1996 una giornalista, Zoe Broughton, ottiene un posto di assistente presso il laboratorio di Hls. Nascosta sotto l'asettico camice bianco una video camera miniaturizzata. A marzo del 1997 la rete Channel 4 diffonde i risultati di sei mesi di inchiesta mediante un documentario intitolato: «È una vita da cani».
30 minuti d'aria per i beagles Il pubblico scopre, attraverso le immagini girate di nascosto, dei tecnici di laboratorio che picchiano, sotto lo sguardo indifferente dei colleghi, alcuni beagles per costringerli a un prelievo del sangue.
In seguito, il partito laburista ritira dall'Hls il suo fondo pensioni, mentre alcuni clienti del laboratorio rescindono i loro contratti.
Due impiegati vengono licenziati e processati. Le autorità sospendono per sei mesi la licenza che autorizzava il gruppo a compiere esperimenti sugli animali. L'equipe dirigente viene liquidata e Brian Cass, già proprietario del laboratorio Covance, è nominato direttore della ditta. Hls ci ha aperto le porte. Durante la nostra visita i cani sembrano trattati correttamente: corrono verso di noi alla ricerca di carezze.
Uno solo trema di paura, se ci avviciniamo... Pulite, le gabbie sono in comunicazione due a due, affinchè i cani possano socializzare fra loro. I beagles sono liberi di camminare per trenta minuti al giorno... in un corridoio. Gli addetti dismostrano premure e cortesia nei loro confronti, ma questo atteggiamento è del tutto relativo.
Ogni giorno devono somministrargli, mescolato al cibo o attraverso una maschera incubatrice, dei prodotti da testare.
Salvo eccezione verranno poi sottoposti ad eutanasia per procedere a diversi esami post mortem. Durante tutta la vita non avranno mai avuto il piacere di correre in un campo.
«Evidentemente non hanno chiesto loro di trovarsi in questo posto», ammette uno scienziato venuto a lavorare nel laboratorio dopo lo scandalo del 1997. «In ogni caso noi li manteniamo nel miglior modo possibile. D'altra parte gli effetti clinici dovuti allo stress, falserebbero i risultati dei test. Nessuno qui ama usare dei cani come cavie, ma non esiste alternativa», afferma convinto il ricercatore.
«Nel frattempo stiamo ampliando l'utilizzo dei porcellini d'India, per sostituirli ai cani - spiega un altro ricercatore del laboratorio - ma abbiamo più dati in rapporto al beagle, che è stato impiegato nella ricerca a partire dagli anni 60».
Un responsabile aggiunge: «per il momento generalizzare l'uso del "porcellino" sarebbe preferibile, in termini di relazioni pubbliche; ma non dal punto di vista scientifico». Cass, da parte sua, relativizza la sofferenza causata agli animali. «750 milioni di animali vengono uccisi ogni anno in questo paese, a scopo alimentare, a fronte dei tre milioni morti per la sperimentazione. Questo fenomeno è molto connotato, culturalmente. Il cane è considerato commestibile in Corea, ma teniamo conto che in Gran Bretagna vengono raccolti fondi più ingenti per il benessere di vecchi cavalli da corsa a riposo, che per l'esistenza degli orfani. E poi le condizioni in cui avviene la sperimentazioni sugli animali sono di gran lunga superiori qui, rispetto alla Francia».
Londra impedisce, a partire dal 1997, la sperimentazione animale per la realizzazione di prodotti di bellezza, mentre ciò non accade a Parigi, causa l'influenza dell'industria dei cosmetici. Tuttavia fughe di notizie hanno rivelato l'esistenza di test estremamente cruenti, perpetrati anche nei laboratori Hls. Ad esempio: i gas Cfc testati sui cani nel 2003, 15 anni dopo che erano stati vietati (5).
O, secondo fonti concordanti, il test di un medicinale per le ossa, richiesto da una industria giapponese, in seguito al quale 37 cani ebbero le zampe fratturate. Hls afferma che la legge obbliga a testare ogni prodotto farmaceutico o industriale, prima della sua commercializzazione, su due specie di mammiferi. In generale si tratta di ratti e di cani, che fanno da cavie, al fine di prevenire ogni effetto indesiderabile sugli esseri umani e l'ambiente.
Gli azionisti presi di mira La realtà, di fatto, è più complessa. Una fonte del ministero britannico dell'Interno commenta in tal modo il Medecine Act (1968), ispirato dalla catastrofe causata dal talidomide (6).
«I regolamenti non impongono affatto di effettuare test sugli animali, qualora si possano raccogliere dati affidabili, mediante altri mezzi.
Esiste la presunzione radicata che i test realizzati su cavie siano probabilmente una tappa obbligata del lancio commerciale di nuovi prodotti, sicuri ed efficaci per l'uomo». Forte presunzione, probabilità, ma non certezza scientifica. A riguardo gli avversari della vivisezione adducono molti esempi, secondo cui certe droghe hanno avuto effetti secondari sull'uomo, ma non sugli animali; e viceversa (7).
Robert Combes è il direttore scientifico del Fondo per la sostituzione degli animali negli esperimenti di carattere medico (Frame). Le sue equipe cercano soluzioni alternative alla sperimentazione sugli animali, per sopprimerla nei prossimi anni. Questo programma ha ottenuto il finanziamento delle associazioni di difesa degli animali, al pari delle compagnie farmaceutiche, motivo per cui Frame è diventato «un obiettivo legittimo» di Alf.
Secondo il professor Combes, la necessità dei test su animali, deriva soprattutto dal «conservatorismo scientifico». Egli afferma, infatti «La ricerca fondamentale non è interessata alle alternative. L'immensa potenzialità della simulazione informatica in questo modo risulta sottosviluppata». La necessità è soprattutto economica. «In Giappone e negli Stati uniti, i test sugli animali rimangono obbligatori», spiega lo scienziato. E la nostra fonte presso il ministero del Interni, conferma: «Le imprese vogliono vendere i loro prodotti in diverse regioni economiche, pertanto decidono di conseguenza i test obbligatori».
Il professor Combes aggiunge «I test sugli animali sono più semplici, le alternative, sottofinanziate, non costituiscono quindi una priorità».
L'industria farmaceutica, da parte sua, ammette la «triste necessità» della vivisezione, ma si rivela assai avara, quando si tratta di investire in mezzi alternativi. Hls concede a Frame una partecipazione simbolica che gestisce a livello mediatico con estrema cura. Hls risulta il subappalto di compagnie improntate alla logica del profitto.
Il che significa lanciare un nuovo prodotto sul mercato mondiale, a costi minimi, garantendosi, al contempo, la copertura legale, in caso di effetti imprevisti per la salute degli esseri umani e dell'ambiente.
Nella guerriglia dei difensori degli animali contro la vivisezione, Hls è diventato il simbolo da annientare. Il collettivo Shac (Stop Huntingdon animal cruelty), pubblica sul suo sito internet (8) i nomi delle industrie che collaborano con Hls, invitando i suoi visitatori «ad agire». Seguono lettere, telefonate e picchetti che stazionano regolarmente davanti agli uffici della società, mostrando foto di cani sezionati. Vengono inoltre inscenate manifestazioni notturne davanti alle abitazione dei dirigenti di Hls; a volte si verificano violenze contro le proprietà e le persone... dal momento che gli indirizzi del personale sono resi noti dal movimento. Contrariamente ad Alf, Shac ufficialmente «non incoraggia né incita alle azioni illegali», benché Greg Avery, responsabile del collettivo, sia stato più volte condannato per aver fatto ricorso all'illegalità.
Incontrato sulla Oxford street, a Londra, mentre faceva firmare delle petizioni, e raccoglieva donazioni per Shac, Avey racconta: «La chiusura di Hillgrove (un allevamento di gatti per i laboratori, costretto a fallire nel 1999) ci ha dimostrato in che modo raggiungere l'obiettivo, prendendo di mira gli azionisti».
Molestati, inquieti per la sicurezza del loro personale, gli azionisti di Hls, ad uno ad uno ritirano i loro capitali: così Barclays, Hsbc, Oracle, Merril Lynch...
A gennaio del 2001 le pressioni esercitate dal movimento costringono la Royal Bank of Scotland ad abbandonare a sua volta Hls, salvata in extremis dalla bancarotta, grazie all'intervento di un investitore americano: lo Stephen Group. Nel 2002 Hls tenta di depistare Shac abbandonando la City e facendo quotare le sue azioni dal Nasdaq di New York, dove gli azionisti possono essere anonimi... A questo punto viene presa di mira la sua società di revisione Deloitte & Touche, che deve sospendere la collaborazione con il laboratorio... Poco dopo il suo assicuratore Marsh & McLellan segue la stressa strada, obbligando lo stato britannico ad assicurare direttamente il laboratorio.
Inoltre, clienti giapponesi vengono molestati a Londra, a Tokio, in Svizzera e in Italia.
La notte del 25 settembre 2003, in California, un attentato dinamitardo, rivendicato dal gruppo «Cellule rivoluzionarie» devasta l'ufficio di un cliente giapponese di Hls. Il ministro britannico della scienza, Lord Sainsbury, si reca a Tokio per rassicurare di persona l'industria farmaceutica giapponese. La City parla di un «terrorismo dell'investimento» che minaccia il settore della ricerca, e contemporaneamente offre una taglia per ottenere informazioni che possano disturbare Shac.
Il Financial Times, in soccorso alla Borsa, scrive: «Un piccolo collettivo di attivisti ha raggiunto l'obiettivo che Karl Marx, il gruppo Baader (Raf) e le Brigate rosse, avevano fallito».
Al costo di «un centinaio di migliaia di sterline», secondo Cass, Hls ha ottenuto , nel 2003, una ingiunzione civile che impedisce ai manifestanti di avvicinarsi alla propria sede e alle abitazioni degli impiegati. I suoi clienti hanno seguito la stessa procedura.
Shac ha aggirato l'ostacolo attaccando «obiettivi secondari», poco importanti per giustificare la spesa di 20.000 sterline, necessaria ad ottenere un'ingiunzione estesa di «non avvicinamento». Al contempo veniva raddoppiata la quantità di azioni violente (46 nel primo trimestre del 2004). In quattro mesi 22 società hanno dato le dimissioni da Hls. Alcune non hanno che un rapporto superficiale con il laboratorio, come la compagnia di taxi che trasporta dirigenti e clienti. Mark Matfield ha enumerato 400 clienti colpiti, che sta cercando di riunire in un'associazione di vittime. «Alcuni soffrono di depressione nervosa.
Famiglie intere sono terrorizzate». Jonathan Djanogly, deputato conservatore di Huntingdon, invoca una repressione maggiore, alla stregua del modello teso a colpire l'holiganismo. «Questi terroristi combattono i principi della democrazia» ci dichiara. Il movimento di liberazione animale preferisce, invece, qualificare le sue pratiche come «democrazia partecipativa» a fronte dell'inerzia dimostrata dalla democrazia rappresentativa. «Prima della sua elezione nel 1997 il New Labour aveva moltiplicato le promesse fatte ai difensori degli animali. Poi le ha rinnegate», ricorda Mel Broughton, affossatore del laboratorio di Cambridge. «Barry Horne si è lasciato morire di fame per ricordare a Blair il suo programma. Ma i politici sono troppo vincolati all'oligarchia per agire: solo l'azione popolare diretta può imporre loro un diverso percorso politico». L'azione dei difensori degli animali, contrapposta ai gruppi di pressione industriale, influenza le decisioni politiche. Matfield stesso ammette che «le manifestazioni illegali (degli animalisti) hanno contribuito al dibattito pubblico, facendo sì che il paese si dotasse nel 1986 di una legge sulla sperimentazione animale che è la più restrittiva del mondo». In parallelo Londra si appresta a rafforzare la repressione contro gli eco-warriors (eco-guerrieri) e promette la creazione di un ampio centro nazionale di ricerche sulle alternative alla sperimentazione su animali.
In una nazione in cui il bipartitismo è cristallizzato, l'elettorato può scegliere solo fra i laburisti, trasformatisi nei neoliberali di Anthony Blair, e la destra estrema formata dagli eredi di Margaret Thatcher. Molti settori dell'opinione pubblica soffrono quindi per l'assenza di rappresentatività. In questo scenario immobile le azioni non violente degli ecologisti, difensori degli animali, dimostrano che è possibile smuovere la democrazia parlamentare britannica. E difendere, al contempo, una nobile causa.


note:

* Giornalista.

(1) Film di Terry Gilliam.

(2) Quattro milioni di britannici sono vegetariani. Tra essi circa 250 mila risultano vegetaliani, poiché non consumano né utilizzano alcun prodotto di origine animale, come carne, uova, latte, burro, formaggio, cuoio, lana...

(3) Cifra corrispondente a oltre 121 milioni di euro.1 lira sterlina equivale, infatti, a 1,51 euro.

(4) Con la scatola cranica aperta, coscienti, le scimmie durante sei ore al giorno, per cinque giorni alla settimana, subiscono esperimenti relativi al funzionamento dei neuroni, mediante elettrodi conficcati nel cervello. I sostenitori di questi esperimenti rilevano la prossimità dell'uomo con la scimmia; chi è contrario, invece, spiega che proprio in ragione di questa prossimità le sofferenze delle scimmie sono eticamente inaccettabili.

(5) The Observer, 20 aprile 2003.

(6) Questo medicinale è stato responsabile di una catastrofe sanitaria nel 1957. Prescritto alle donne incinte il talidomide provocò la nascita di migliaia di bambini privi di braccia. Per gli avversari della vivisezione ciò rappresenta la prova dell'inutilità dei test sugli animali, visto che la sperimentazione non rilevò effetti negativi.
Al contrario i sostenitori delle prove su cavia stigmatizzano l'insufficienza di sperimentazioni animali, prima di commercializzare nuovi prodotti.

(7) Sul sito www.experimentation animale.org si trovano alcune alternative alla vivisezione: colture di cellule umane, simulazione informatica, ecc.

(8) Si veda: www.shac.net/resources/links.html.
(Traduzione di E.G.)

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