LE RAGIONI
DELL'ANTIVIVISEZIONISMO
Approfondimenti:
Link: Lega Antivivisezionista
(LEAL)
Link: Comitato
Scientifico Antivivisezionista
Link: Novivisezione
Link:
Campagna Ricerca senza Animali
Link:
Telethon? NO grazie!
Articolo:
Animali chi li usa in laboratorio?
Articolo: dove si pratica la vivisezione
in Italia
Link:
Dove sono le prove che la ricerca su animali sia utile per l'uomo?
(novivisezione.org)
Articolo: un racconto di Giuliano
Sadar
Link:
The Week of Fire - Paolo Ricci racconta la battaglia animalista
in Inghilterra
I Guerriglieri della Causa
Animalista (LE MONDE diplomatique)
Trascrizione della conferenza
di Cynthia O'Neill
VERSO UN'ECOLOGIA RADICALE
I GUERRIGLIERI DELLA CAUSA ANIMALE
LE MONDE diplomatique - Settembre 2004
Negli Stati uniti le autorità mettono in guardia
laboratori farmaceutici e imprese biotecnologiche contro possibili
rappresaglie da parte di coloro che difendono i diritti animali.
Lo stesso Fbi (Federal Bureau of Investigation), stigmatizza questi
ecologisti radicali come «eco-terroristi». Nel Regno
unito gruppi clandestini non esitano a ricorrere agli attentati
per impedire lo sfruttamento di ogni tipo di fauna. Hls (Huntingdon
Life Sciences), il più esteso laboratorio europeo di sperimentazione
sugli animali, da quattro anni è diventato il bersaglio principale
di una vera e propria battaglia mondiale. Per liberare gli animali
torturati, i guerriglieri ecologisti tentano di spingere al fallimento
Hls, molestandone azionisti, clienti e fornitori.
Cédric Gouverneur
Impeccabile nel suo completo in «fibra sintetica», Robin
Webb assomiglia più a un mite pensionato che all'alieno,
liberatore di zoo, interpretato da Brad Pitt ne L'esercito delle
dodici scimmie (1). Nonostante le apparenze, l'uomo che ci accoglie
in un pub di Nottingham è il portaparola legale del Fronte
di liberazione degli animali (Alf). Il gruppo è una formazione
clandestina, perseguita con accanimento dai servizi antiterrorismo
di Scotland Yard e dell'Fbi. «Alf è invincibile: lo
stato non può imprigionare un'idea», spiega Webb, un
tempo sindacalista poi divenuto militante vegetaliano (2), 25 anni
fa «dopo essere passato un mattino davanti a un macello».
E prosegue: «Chiunque compia un'azione - dalla rottura di
vetri all'incendio - per salvare degli animali o danneggiare la
proprietà di chi ne abusa, può rivendicare su Internet
il suo gesto, a condizione che nessuno, uomo o animale, sia rimasto
ferito. Alf accetta la responsabilità di queste azioni e
sostiene gli esecutori, in caso di arresto».
Tale organizzazione decentralizzata rende difficile l'infiltrazione
di Alf da parte della polizia, allo scopo di smantellarla. «L'Ira
(Armata repubblicana irlandese) è anch'essa strutturata in
cellule autonome. Ma possiede un comando unificato, identificabile.
Alf non ha niente di simile: arrestarmi per mettermi a tacere è
inutile», si compiace il portaparola, incarcerato per sette
mesi nel 1995.
A partire dalla creazione dell'organizzazione nel 1976, circa 200
attivisti sono stati incarcerati, accusati di migliaia d'azioni.
L' Alf rivendica anche diversi «martiri» , fra i quali
Barry Horne, morto in seguito dello sciopero della fame nel novembre
del 2001, nella prigione dove stava scontando 18 anni per un attentato
contro un magazzino di pellicce. Caduto «in nome della libertà
di coloro che non possono difendersi da soli» - gli animali.
La Gran Bretagna, tuttavia, è sempre stata all'avanguardia
in materia di diritti animali. La prima associazione di difesa della
fauna e la prima legge contro i maltrattamenti inflitti agli animali
sono nate qui, nel 1820. Lo scorso anno la Società reale
di prevenzione degli atti crudeli contro animali (Rspca), che data
dal 1840, ha raccolto fondi pari a 80 milioni di sterline (3), versati
da circa 300.000 donatori.
Il crollo dell'industria pelliccera Il ricorso alla forza, da parte
di una frangia di questo movimento, i cui militanti provengono da
ogni classe sociale, risale agli anni 1960. Nel 1963 nel sud dell'Inghilterra,
sorse l'Associazione sabotatori della caccia (Hsa) (Hunt Saboteurs
Association). «All'epoca si trattava di frapporsi fra i cacciatori
e i cacciati, di salvare la selvaggina e di spingere Westminster
a impedire la caccia - ricorda Webb - Nel 1973 un piccolo gruppo
di militanti intorno a Ronnie Lee, comincia a incendiare i veicoli
dei cacciatori. In seguito la loro azione di sabotaggio si estende
ai laboratori di vivisezione e ai magazzini di pellicce, assumendo
il nome di "Banda della Misericordia"(Band of Mercy)».
Tre anni dopo i clandestini scelgono l'acronimo Alf.
«All'epoca i Fronti di liberazione sciamavano in America latina
come in Irlanda. Alf ritiene che l'azione violenta per ottenere
giustizia può essere legittima, sul breve periodo. In gran
Bretagna anche il movimento per l'abolizione della schiavitù
e le suffragette fecero ricorso a mezzi illegali. Alf, diminutivo
di Alfredo, ha il merito di imbrogliare le intercettazioni telefoniche».
Per mezzo di attentati e minacce, Alf e i suoi militanti intendono
far aumentare i costi della sicurezza fino al punto di rendere economicamente
impraticabile «lo sfruttamento animale». Centinaia di
attivisti sono pronti a diventare fuorilegge in nome della causa.
L'elenco delle loro imprese è eloquente. Vetrine delle macellerie
in frantumi, assalti alle pescherie per salvare le «aragoste
sbollentate», incendi di mattatoi e magazzini di pellicce,
molestie a circhi e zoo, assalti ad allevamenti di visoni da parte
di commando mascherati, che liberano i prigionieri (malgrado le
razzie provocate in seguito dai predatori contro la fauna dell'ambiente)
, saccheggio dei laboratori di vivisezione e degli allevamenti,
minacce contro il personale di queste strutture, manomissione delle
loro finestre di casa, danni ai veicoli, incendio dei camion frigoriferi
usati dai mattatoi. Negli Stati uniti e nell'Europa del Nord Alf
rivendica sistematicamente azioni analoghe.
Queste manifestazioni in favore degli animali, a volte assumono
forme più violente. Nell'ottobre del 1999 alcuni uomini armati
sequestrano Graham Hall, un giornalista di Channel 4 che indagava
sui militanti di Alf. Con un ferro rovente vengono impresse sulla
schiena dell'uomo tre lettere: A L F. Nel febbraio 2000, allarmi
di attentati dinamitardi contro azionisti del laboratorio Hls, provocano
l'evacuazione di migliaia di impiegati della City. All'inizio del
2001 Brian Cass e un dirigente dell'impresa, vengono aggrediti da
commando mascherati; alcune lettere esplosive feriscono un allevatore
e una ragazzina.
Altre persone, responsabili o complici di sevizie agli animali,
sono minacciate di morte e di sequestro dei loro figli. Altri ancora
risultano vittime di lettere spedite ai loro conoscenti, nelle quali
vengono accusati di pedofilia. Due gruppi di «eco-guerrieri»
(eco-warriors), cioè: Arm (Milizia dei diritti degli animali)
e Jd (Dipartimento della giustizia) predicano il ricorso alla violenza
contro coloro che torturano gli animali. Gli stessi ecologisti agiscono
probabilmente in favore di Alf, Arm o Jd, scegliendo le loro rivendicazioni
sulla base dell'azione attuata. Temendo per la loro incolumità,
circa 2.000 proprietari di imprese collegate alla sofferenza degli
animali, hanno ottenuto dal governo che i loro indirizzi commerciali
siano eliminati dal pubblico registro. Tuttavia «in seguito
al dramma della ragazzina ferita, che ha nuociuto alla causa degli
animalisti, gli estremisti evitano di causare del male a qualcuno».
Così afferma, moderando i toni, Mark Matfield, uno dei potenziali
bersagli, in quanto direttore della Rds (Società per la difesa
della ricerca), nota «lobby» della sperimentazione sugli
animali. «Le loro azioni consistono soprattutto nell'intimidazione:
non hanno infatti mai ucciso». Gli unici morti di questo conflitto,
a parte l'ecologista Barry Horne, sono due «sabotatori della
caccia», e una donna che manifestava contro il trasporto del
bestiame vivo, schiacciati negli anni '90 da alcuni veicoli. In
30 anni di lotta il movimento di liberazione animale ha riportato
vittorie notevoli. Attualmente trovare una pelliccia nel Regno unito
è diventato quasi impossibile. Negli ultimi anni numerose
fattorie d'allevamento di cani e gatti destinati agli esperimenti
sono stati costretti al fallimento. A gennaio 2004, l'Università
di Cambridge ha dovuto abbandonare un progetto di ricerca neurologica,
che implicava degli esperimenti atroci su primati (4).
Mel Broughton - un amico di Barry Horne, che ha scontato quattro
anni di prigione per detenzione di esplosivo - ha coordinato attraverso
internet una campagna di pressione contro i collaboratori del progetto:
in tre anni il piano iniziale che contemplava un semplice laboratorio
ha assunto i connotati di una fortezza: il suo costo è passato
da 24 a 32 milioni di sterline. Un preventivo insostenibile per
il consiglio d'amministrazione di Cambridge, che sarà costretto
a gettare la spugna, con grande scorno di Anthony Blair, preoccupato
per lo sviluppo della ricerca, e di Matfield, che preconizza «un
giorno nero per i pazienti».
L'ecologista Mel Broughton, da parte sua, intende far fallire un
progetto simile a Oxford. «Quelle persone possono tollerare
una manifestazione (contro di loro) una volta all'anno - spiega
- ma non sono in grado di fare fronte a una pressione costante sui
loro azionisti e fornitori».
Contattato lo scorso marzo dai difensori degli animali, il gruppo
Btp di Travis Perkins si è ritirato dal progetto Oxford quasi
subito.
Ma il nemico principale dei guerriglieri dell'ecologia, la cittadella
circondata da filo spinato e reticolati, spesso paragonata a un
campo di concentramento, contro cui convogliano la loro offensiva
da quattro anni, risulta tuttora in attività. Hls, il più
grande laboratorio di vivisezione d'Europa è un centro del
Cambridgeshire che tratta 70 mila animali, utilizzati come cavie
ogni anno per l'industria mondiale. Il suo direttore, Brian Cass,
bestia nera d'Alf da oltre 20 anni, afferma: «Io credo in
ciò che faccio». E aggiunge: «I benefici della
sperimentazione animale sono innegabili per i pazienti».
Un responsabile di Hls precisa che tra gli animali trattati «85%
sono pesci e roditori», «i cani e le scimmie non rappresentano
che l'1% delle cavie presenti». Conti alla mano si tratta
in ogni caso di 700 animali sottoposti a torture...
Nel 1996 una giornalista, Zoe Broughton, ottiene un posto di assistente
presso il laboratorio di Hls. Nascosta sotto l'asettico camice bianco
una video camera miniaturizzata. A marzo del 1997 la rete Channel
4 diffonde i risultati di sei mesi di inchiesta mediante un documentario
intitolato: «È una vita da cani».
30 minuti d'aria per i beagles Il pubblico scopre, attraverso le
immagini girate di nascosto, dei tecnici di laboratorio che picchiano,
sotto lo sguardo indifferente dei colleghi, alcuni beagles per costringerli
a un prelievo del sangue.
In seguito, il partito laburista ritira dall'Hls il suo fondo pensioni,
mentre alcuni clienti del laboratorio rescindono i loro contratti.
Due impiegati vengono licenziati e processati. Le autorità
sospendono per sei mesi la licenza che autorizzava il gruppo a compiere
esperimenti sugli animali. L'equipe dirigente viene liquidata e
Brian Cass, già proprietario del laboratorio Covance, è
nominato direttore della ditta. Hls ci ha aperto le porte. Durante
la nostra visita i cani sembrano trattati correttamente: corrono
verso di noi alla ricerca di carezze.
Uno solo trema di paura, se ci avviciniamo... Pulite, le gabbie
sono in comunicazione due a due, affinchè i cani possano
socializzare fra loro. I beagles sono liberi di camminare per trenta
minuti al giorno... in un corridoio. Gli addetti dismostrano premure
e cortesia nei loro confronti, ma questo atteggiamento è
del tutto relativo.
Ogni giorno devono somministrargli, mescolato al cibo o attraverso
una maschera incubatrice, dei prodotti da testare.
Salvo eccezione verranno poi sottoposti ad eutanasia per procedere
a diversi esami post mortem. Durante tutta la vita non avranno mai
avuto il piacere di correre in un campo.
«Evidentemente non hanno chiesto loro di trovarsi in questo
posto», ammette uno scienziato venuto a lavorare nel laboratorio
dopo lo scandalo del 1997. «In ogni caso noi li manteniamo
nel miglior modo possibile. D'altra parte gli effetti clinici dovuti
allo stress, falserebbero i risultati dei test. Nessuno qui ama
usare dei cani come cavie, ma non esiste alternativa», afferma
convinto il ricercatore.
«Nel frattempo stiamo ampliando l'utilizzo dei porcellini
d'India, per sostituirli ai cani - spiega un altro ricercatore del
laboratorio - ma abbiamo più dati in rapporto al beagle,
che è stato impiegato nella ricerca a partire dagli anni
60».
Un responsabile aggiunge: «per il momento generalizzare l'uso
del "porcellino" sarebbe preferibile, in termini di relazioni
pubbliche; ma non dal punto di vista scientifico». Cass, da
parte sua, relativizza la sofferenza causata agli animali. «750
milioni di animali vengono uccisi ogni anno in questo paese, a scopo
alimentare, a fronte dei tre milioni morti per la sperimentazione.
Questo fenomeno è molto connotato, culturalmente. Il cane
è considerato commestibile in Corea, ma teniamo conto che
in Gran Bretagna vengono raccolti fondi più ingenti per il
benessere di vecchi cavalli da corsa a riposo, che per l'esistenza
degli orfani. E poi le condizioni in cui avviene la sperimentazioni
sugli animali sono di gran lunga superiori qui, rispetto alla Francia».
Londra impedisce, a partire dal 1997, la sperimentazione animale
per la realizzazione di prodotti di bellezza, mentre ciò
non accade a Parigi, causa l'influenza dell'industria dei cosmetici.
Tuttavia fughe di notizie hanno rivelato l'esistenza di test estremamente
cruenti, perpetrati anche nei laboratori Hls. Ad esempio: i gas
Cfc testati sui cani nel 2003, 15 anni dopo che erano stati vietati
(5).
O, secondo fonti concordanti, il test di un medicinale per le ossa,
richiesto da una industria giapponese, in seguito al quale 37 cani
ebbero le zampe fratturate. Hls afferma che la legge obbliga a testare
ogni prodotto farmaceutico o industriale, prima della sua commercializzazione,
su due specie di mammiferi. In generale si tratta di ratti e di
cani, che fanno da cavie, al fine di prevenire ogni effetto indesiderabile
sugli esseri umani e l'ambiente.
Gli azionisti presi di mira La realtà, di fatto, è
più complessa. Una fonte del ministero britannico dell'Interno
commenta in tal modo il Medecine Act (1968), ispirato dalla catastrofe
causata dal talidomide (6).
«I regolamenti non impongono affatto di effettuare test sugli
animali, qualora si possano raccogliere dati affidabili, mediante
altri mezzi.
Esiste la presunzione radicata che i test realizzati su cavie siano
probabilmente una tappa obbligata del lancio commerciale di nuovi
prodotti, sicuri ed efficaci per l'uomo». Forte presunzione,
probabilità, ma non certezza scientifica. A riguardo gli
avversari della vivisezione adducono molti esempi, secondo cui certe
droghe hanno avuto effetti secondari sull'uomo, ma non sugli animali;
e viceversa (7).
Robert Combes è il direttore scientifico del Fondo per la
sostituzione degli animali negli esperimenti di carattere medico
(Frame). Le sue equipe cercano soluzioni alternative alla sperimentazione
sugli animali, per sopprimerla nei prossimi anni. Questo programma
ha ottenuto il finanziamento delle associazioni di difesa degli
animali, al pari delle compagnie farmaceutiche, motivo per cui Frame
è diventato «un obiettivo legittimo» di Alf.
Secondo il professor Combes, la necessità dei test su animali,
deriva soprattutto dal «conservatorismo scientifico».
Egli afferma, infatti «La ricerca fondamentale non è
interessata alle alternative. L'immensa potenzialità della
simulazione informatica in questo modo risulta sottosviluppata».
La necessità è soprattutto economica. «In Giappone
e negli Stati uniti, i test sugli animali rimangono obbligatori»,
spiega lo scienziato. E la nostra fonte presso il ministero del
Interni, conferma: «Le imprese vogliono vendere i loro prodotti
in diverse regioni economiche, pertanto decidono di conseguenza
i test obbligatori».
Il professor Combes aggiunge «I test sugli animali sono più
semplici, le alternative, sottofinanziate, non costituiscono quindi
una priorità».
L'industria farmaceutica, da parte sua, ammette la «triste
necessità» della vivisezione, ma si rivela assai avara,
quando si tratta di investire in mezzi alternativi. Hls concede
a Frame una partecipazione simbolica che gestisce a livello mediatico
con estrema cura. Hls risulta il subappalto di compagnie improntate
alla logica del profitto.
Il che significa lanciare un nuovo prodotto sul mercato mondiale,
a costi minimi, garantendosi, al contempo, la copertura legale,
in caso di effetti imprevisti per la salute degli esseri umani e
dell'ambiente.
Nella guerriglia dei difensori degli animali contro la vivisezione,
Hls è diventato il simbolo da annientare. Il collettivo Shac
(Stop Huntingdon animal cruelty), pubblica sul suo sito internet
(8) i nomi delle industrie che collaborano con Hls, invitando i
suoi visitatori «ad agire». Seguono lettere, telefonate
e picchetti che stazionano regolarmente davanti agli uffici della
società, mostrando foto di cani sezionati. Vengono inoltre
inscenate manifestazioni notturne davanti alle abitazione dei dirigenti
di Hls; a volte si verificano violenze contro le proprietà
e le persone... dal momento che gli indirizzi del personale sono
resi noti dal movimento. Contrariamente ad Alf, Shac ufficialmente
«non incoraggia né incita alle azioni illegali»,
benché Greg Avery, responsabile del collettivo, sia stato
più volte condannato per aver fatto ricorso all'illegalità.
Incontrato sulla Oxford street, a Londra, mentre faceva firmare
delle petizioni, e raccoglieva donazioni per Shac, Avey racconta:
«La chiusura di Hillgrove (un allevamento di gatti per i laboratori,
costretto a fallire nel 1999) ci ha dimostrato in che modo raggiungere
l'obiettivo, prendendo di mira gli azionisti».
Molestati, inquieti per la sicurezza del loro personale, gli azionisti
di Hls, ad uno ad uno ritirano i loro capitali: così Barclays,
Hsbc, Oracle, Merril Lynch...
A gennaio del 2001 le pressioni esercitate dal movimento costringono
la Royal Bank of Scotland ad abbandonare a sua volta Hls, salvata
in extremis dalla bancarotta, grazie all'intervento di un investitore
americano: lo Stephen Group. Nel 2002 Hls tenta di depistare Shac
abbandonando la City e facendo quotare le sue azioni dal Nasdaq
di New York, dove gli azionisti possono essere anonimi... A questo
punto viene presa di mira la sua società di revisione Deloitte
& Touche, che deve sospendere la collaborazione con il laboratorio...
Poco dopo il suo assicuratore Marsh & McLellan segue la stressa
strada, obbligando lo stato britannico ad assicurare direttamente
il laboratorio.
Inoltre, clienti giapponesi vengono molestati a Londra, a Tokio,
in Svizzera e in Italia.
La notte del 25 settembre 2003, in California, un attentato dinamitardo,
rivendicato dal gruppo «Cellule rivoluzionarie» devasta
l'ufficio di un cliente giapponese di Hls. Il ministro britannico
della scienza, Lord Sainsbury, si reca a Tokio per rassicurare di
persona l'industria farmaceutica giapponese. La City parla di un
«terrorismo dell'investimento» che minaccia il settore
della ricerca, e contemporaneamente offre una taglia per ottenere
informazioni che possano disturbare Shac.
Il Financial Times, in soccorso alla Borsa, scrive: «Un piccolo
collettivo di attivisti ha raggiunto l'obiettivo che Karl Marx,
il gruppo Baader (Raf) e le Brigate rosse, avevano fallito».
Al costo di «un centinaio di migliaia di sterline»,
secondo Cass, Hls ha ottenuto , nel 2003, una ingiunzione civile
che impedisce ai manifestanti di avvicinarsi alla propria sede e
alle abitazioni degli impiegati. I suoi clienti hanno seguito la
stessa procedura.
Shac ha aggirato l'ostacolo attaccando «obiettivi secondari»,
poco importanti per giustificare la spesa di 20.000 sterline, necessaria
ad ottenere un'ingiunzione estesa di «non avvicinamento».
Al contempo veniva raddoppiata la quantità di azioni violente
(46 nel primo trimestre del 2004). In quattro mesi 22 società
hanno dato le dimissioni da Hls. Alcune non hanno che un rapporto
superficiale con il laboratorio, come la compagnia di taxi che trasporta
dirigenti e clienti. Mark Matfield ha enumerato 400 clienti colpiti,
che sta cercando di riunire in un'associazione di vittime. «Alcuni
soffrono di depressione nervosa.
Famiglie intere sono terrorizzate». Jonathan Djanogly, deputato
conservatore di Huntingdon, invoca una repressione maggiore, alla
stregua del modello teso a colpire l'holiganismo. «Questi
terroristi combattono i principi della democrazia» ci dichiara.
Il movimento di liberazione animale preferisce, invece, qualificare
le sue pratiche come «democrazia partecipativa» a fronte
dell'inerzia dimostrata dalla democrazia rappresentativa. «Prima
della sua elezione nel 1997 il New Labour aveva moltiplicato le
promesse fatte ai difensori degli animali. Poi le ha rinnegate»,
ricorda Mel Broughton, affossatore del laboratorio di Cambridge.
«Barry Horne si è lasciato morire di fame per ricordare
a Blair il suo programma. Ma i politici sono troppo vincolati all'oligarchia
per agire: solo l'azione popolare diretta può imporre loro
un diverso percorso politico». L'azione dei difensori degli
animali, contrapposta ai gruppi di pressione industriale, influenza
le decisioni politiche. Matfield stesso ammette che «le manifestazioni
illegali (degli animalisti) hanno contribuito al dibattito pubblico,
facendo sì che il paese si dotasse nel 1986 di una legge
sulla sperimentazione animale che è la più restrittiva
del mondo». In parallelo Londra si appresta a rafforzare la
repressione contro gli eco-warriors (eco-guerrieri) e promette la
creazione di un ampio centro nazionale di ricerche sulle alternative
alla sperimentazione su animali.
In una nazione in cui il bipartitismo è cristallizzato, l'elettorato
può scegliere solo fra i laburisti, trasformatisi nei neoliberali
di Anthony Blair, e la destra estrema formata dagli eredi di Margaret
Thatcher. Molti settori dell'opinione pubblica soffrono quindi per
l'assenza di rappresentatività. In questo scenario immobile
le azioni non violente degli ecologisti, difensori degli animali,
dimostrano che è possibile smuovere la democrazia parlamentare
britannica. E difendere, al contempo, una nobile causa.
note: * Giornalista.
(1) Film di Terry Gilliam.
(2) Quattro milioni di britannici sono vegetariani.
Tra essi circa 250 mila risultano vegetaliani, poiché non
consumano né utilizzano alcun prodotto di origine animale,
come carne, uova, latte, burro, formaggio, cuoio, lana...
(3) Cifra corrispondente a oltre 121 milioni di
euro.1 lira sterlina equivale, infatti, a 1,51 euro.
(4) Con la scatola cranica aperta, coscienti,
le scimmie durante sei ore al giorno, per cinque giorni alla settimana,
subiscono esperimenti relativi al funzionamento dei neuroni, mediante
elettrodi conficcati nel cervello. I sostenitori di questi esperimenti
rilevano la prossimità dell'uomo con la scimmia; chi è
contrario, invece, spiega che proprio in ragione di questa prossimità
le sofferenze delle scimmie sono eticamente inaccettabili.
(5) The Observer, 20 aprile 2003.
(6) Questo medicinale è stato responsabile
di una catastrofe sanitaria nel 1957. Prescritto alle donne incinte
il talidomide provocò la nascita di migliaia di bambini privi
di braccia. Per gli avversari della vivisezione ciò rappresenta
la prova dell'inutilità dei test sugli animali, visto che
la sperimentazione non rilevò effetti negativi.
Al contrario i sostenitori delle prove su cavia stigmatizzano l'insufficienza
di sperimentazioni animali, prima di commercializzare nuovi prodotti.
(7) Sul sito www.experimentation animale.org si
trovano alcune alternative alla vivisezione: colture di cellule
umane, simulazione informatica, ecc.
(8) Si veda: www.shac.net/resources/links.html.
(Traduzione di E.G.)
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