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DOSSIER SARS

Documenti:
Dossier sars
SARS: Un altro virus mortale dall’industria della carne
L'appello di Animals Asia
Legame tra SARS ed animali selvatici la punta dell'iceberg
In aumento gli appelli urgenti per chiudere i mercati cinesi di animali selvatici
Da dove viene la SARS?



Consigliamo la visione di "Carne la verità sconosciuta"
al seguente indirizzo: www.laverabestia.org/play.php?vid=583
Earthlings (Terrestri) al seguente indirizzo:
www.laverabestia.org/play.php?vid=321

Approfondimenti:
Articolo: troppa carne troppa fame
Citazioni famose e poesie
Articolo: E' giusto ignorare? (intervista)
Sito: Saicosamangi? Dalla fabbrica alla forchetta
Articolo: cancro, la carne sul banco degli imputati
Sito: domande frequenti sull'alimentazione vegana dal punto di vista medico e salutistico
Documento pdf: I vantaggi dell'alimentazione veg (punto di vista salutistico e medico)
Articoli: Dossier SARS
Documento pdf: La realtà degli allevamenti intensivi (descrizione particolareggiata)
Articolo: Meno mucche, più grano
Articolo: Viaggio negli allevamenti intensivi
Articolo: Il morbo della mucca pazza: la verità
Documento: Dossier influenza aviaria



Da dove viene la SARS?
Autori vari citati


SARS Per meglio conoscere le origini dell’epidemia di SARS scoppiata in Cina e diffusasi successivamente in molte parti del mondo riportiamo alcuni articoli in cui vengono chiarite le dinamiche dell’evolversi del contagio e le possibili origini, il trattamento disumano e crudele che in Cina è riservato agli animali destinati all’alimentazione umana è uno dei fattori che pare determinante per la nascita e l’evoluzione del coronavirus della SARS, le scarsissime condizioni igieniche dei mercati alimentari, l’ammassamento degli animali domestici e selvatici spesso feriti, agonizzanti o morenti in piccole gabbie di ferro arrugginito e la loro terribile macellazione sono tutti fattori che sicuramente hanno pesantemente contribuito allo scoppio del primo focolaio di infezione.
Inutile dire che tali barbare “consuetudini alimentari” dovrebbero quanto prima essere vietate ed i mercati di animali selvatici e domestici (anche cani e gatti destinati all’alimentazione umana) dovrebbero essere immediatamente e definitivamente chiusi per eliminare la crudeltà verso gli animali, proteggere le specie animali selvatiche e in via di estinzione utilizzate per scopi alimentari e scongiurare futuri nuovi focolai infettivi ed epidemie.

Di seguito alcuni approfondimenti:



Trovato coronavirus SARS in tre specie di piccoli mammiferi


SARS
Il virus umano e quello animale sarebbero pressochè identitici.

Klaus Stohr, virologo capo del WHO, ha dichiarato che il coronavirus della SARS è stato individuato nello zibetto e in altri due piccoli mammiferi in Cina. I ricercatori stanno ora ricercando il possibile legame tra questi animali e l'epidemia di SARS umana.

Ricercatori dell'Università di Hong Kong hanno esaminato 25 animali appartenenti a otto diverse specie in un mercato di animali vivi nel sud della Cina, trovando il virus in tutte e sei gli zibetti esaminati, in un tasso e in un cane procione.

Negli zibetti, il virus è stato trovato nei tessuti, oltre che nelle feci, e tutti gli animali erano positivi al test anticorpale per il coronavirus SARS-simile. Gli altri due mammiferi erano portatori di anticorpi e presentavano il virus nelle feci.

I ricercatori hanno decifrato il codice genetico di due dei campioni virali degli zibetti e hanno riscontrato una similitudine pressochè totale con il coronavirus della SARS. L'unica differenza sono 29 aminoacidi in più.

Inoltre, il sangue di questi animali inibiva la crescita del coronavirus umano, viceversa il sangue di uomini guariti dalla SARS impediva la crescita del virus degli zibetti. Queste reazioni crociate testimonierebbero a favore di una fortissima similitudine tra i due coronavirus.

Non è ancora possibile capire, affermano i ricercatori, se uno di questi animali abbia diffuso il virus all'uomo o se sia stato l'uomo a contagiare gli animali. E' probabile che gli animali si siano infettati col cibo offertogli al mercato.

La scoperta rafforza il legame tra fauna selvatica ed esordio della SARS nell'uomo.
I cinesi si nutrono di carne di zibetto; l'uomo potrebbe essersi contagiato durante le fasi di macellazione e preparazione delle carni, oppure l'animale potrebbe essersi infettato tramite le feci umane utilizzate nei fertilizzanti.

Il WHO dichiara che non è per ora possibile arrivare a delle conclusioni.
Anche Francesco Cancellotti, virologo veterinario all'Istituto Zooprofilattico delle Venezie, afferma:"L'ipotesi dello zibetto non mi convince. Una cosa è certa. La Sars è il risultato della pessima gestione del rapporto animale-uomo-ambiente"

Gli zibetti potrebbero essere gli animali serbatoio dell'infezione, e altre specie potrebbero fungere da ospiti amplificatori, come avviene per altri virus che hanno fatto il salto di specie animale-uomo.

Per ora, solo congetture.
Fonte : http://asia.news.yahoo.com/

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Trasmesso dagli animali il virus della polmonite atipica umana (SARS)?

SARS

E' una delle ipotesi su cui sta lavorando l'Organizzazione Mondiale della Sanità.


E' ormai stato accertato che il virus responsabile della SARS (Severe Acute Respiratory Syndrome), o polmonite atipica dell’uomo, è un coronavirus, molto probabilmente un mutante.

Tra le varie ipotesi messe in campo c'è anche, secondo l'OMS, la possibile origine animale del virus responsabile, ovvero che sia trasmesso da specie domestiche o selvatiche della Provincia di Guangdong, nel sud della Cina.

Per questo motivo, la World Organisation for Animal Health (OIE) ha preso contatti con la Chinese Veterinary Authority per ottenere informazioni sanitarie sugli animali presenti in Cina nei sei mesi passati, in particolare nella provincia di Guangdong.

La capacità dei coronavirus di infettare sia gli animali sia gli esseri umani, fa pensare che il ceppo letale sia una mutazione di un virus animale, un'ipotesi ulteriormente avvalorata dalla zona da cui ha avuto origine l'epidemia. La Cina sudorientale rappresenta infatti un serbatoio tradizionale di mutazioni virali animale-uomo, poiché si tratta di un'area estremamente popolata, dove gli abitanti vivono a stretto contatto con gli animali domestici, e questi a loro volta possono essere facilmente contagiati dalla fauna selvatica.

Appena disponibili, OIE e OMS comunicheranno le informazioni
scientifiche necessarie per escludere o confermare l’origine animale della SARS.

Fonte : http://www.worldvet.org/

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Relazione tra sindrome da trasporto dei bovini e SARS


SARS Lo stress potrebbe giocare un ruolo su entrambe le coronavirosi.

La febbre da trasporto, che colpisce i capi bovini giovani stipati nei camion per essere condotti negli allevamenti destinati all'ingrasso, è caratterizzata da tosse, polmonite e perdita di muco dal naso e dagli occhi. Uno dei fattori causali della condizione è un coronavirus, e i sintomi assomigliano a quelli dela SARS.

Secondo Linda Saif, che si occupa di salute degli animali da reddito presso la Ohio State University e fa parte del gruppo di esperti di coronavirus al lavoro per lo studio della SARS, le condizioni che conducono alla febbre da trasporto sono simili a quelle in cui si trovano i viaggiatori che diffondono la SARS nelle varie parti del mondo.

Due coronavirus umani sono la causa dei 30% dei raffreddori comuni dell'uomo, mentre i coronavirus causano malattie molto più gravi negli animali, soprattutto nei suini, nei polli e nel bestiame.

"Gli animali trasportati per lunghe distanze dalla fattoria all'allevamento per l'ingrasso sono sottoposti a diversi fattori di stress. Tra i pazienti affetti da SARS, molti hanno appena concluso un viaggio" commenta la Saif.

Per l'uomo, lo stress causato da un viaggio è legato alla lontananza da casa, alla promiscuità con estranei, oltre al cambiamento di fuso orario ecc.

Ad oggi nessuno sa perchè la SARS faccia ammalare più gravemente alcuni soggetti rispetto ad altri e perchè alcuni sembrino più predisposti a trasmetterla al prossimo. Ci potrebbe essere una relazione con lo stress o con un'infezione concomitante alla SARS, come l'influenza o l'epatite.

Gli animali che giungono all'allevamento per l'ingrasso da parti diverse vengono mischiati tra loro, ed è lì che esplodono le malattie. Anche la coinfezione con altri agenti patogeni peggiora le coronavirosi negli animali da reddito.

Nell'esordio di entrambe le condizioni patologiche lo stress sembrerebbe quindi giocare un ruolo sovrapponibile.
Fonte : http://www.planetark.org/

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La ricerca veterinaria offre il suo contributo allo studio della SARS


SARS Ricercatori veterinari americani rendono note le loro conoscenze sui coronavirus.

Secondo alcuni veterinari americani impegnati nello studio dei coronavirus animali, molti uomini potrebbero essere immuni alla SARS.

I coronavirus infettano uomini e animali. Quello della SARS è diverso dagli altri coronavirus conosciuti, e potrebbe essere una mutazione oppure un ceppo incrociato dei coronavirus che colpiscono bovini, uccelli e suini; oppure un mutante del coronavirus umano.

Sembra che i coronavirus abbiano già compiuto il salto di specie in passato: nel 1993, Konstantin Kousoulas, docente alla Louisiana State University e studioso dei coronavirus dei bovini, ha pubblicato un articolo in cui si descriveva il riscontro di un ceppo di coronavirus simile a quello dei bovini in un bambino tedesco. I sintomi erano differenti, ovvero gastroenterici nel bambino rispetto a quelli respiratori del bovino, tuttavia negli animali sono stati visti cambiamenti di patologia coronavirale da diarroica a respiratoria dopo insediamento del virus in tessuti differenti e sua evoluzione genetica. Su queste osservazioni l'OMS si dichiara tuttavia scettica e prudente.

Poichè alcuni coronavirus non causano sintomi, anche il virus della SARS potrebbe agire nello stesso modo e potrebbe aver infettato molte persone in precedenza senza che se ne avesse il segno. In questo modo, così come gli animali sviluppano un'immunità ai coronavirus, tali persone potrebbero aver sviluppato un'immunità totale o parziale a questo ceppo virale.

Esistono sul mercato svariati vaccini contro i coronavirus animali; secondo i veterinari del LSU, potrebbero volerci almeno sei mesi per sviluppare un vaccino per l'uomo.
Fonte : http://www.dvmnewsmagazine.com




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