UN MONDO SBAGLIATO
storia della distruzione della natura, degli animali e dell'umanità
Jim Mason
(Sonda
2007) curata da Oltre la specie
«Jim Mason ha interpretato in modo nuovo e originale i meccanismi attraverso i quali la relazione tra gli umani e gli altri animali ha influenzato lo sviluppo della cultura e della civilizzazione. Questo libro, ricco di intuizioni e illuminanti scoperte, è un contributo fondamentale alla comprensione della cruciale importanza rivestita dal nodo “umano/animale”. Mason ci ha fornito una nuova visione della storia,una storia che ci colloca dentro la natura».
Jeremy Rifkin, economista e filosofo
«Un mondo sbagliato è un libro scritto magnificamente e basato su ricerche approfondite dove si analizzano i molteplici fattori che influenzano il nostro modo di rapportarci con gli altri animali e con l’ambiente.
È un libro che dovremmo sentirci in obbligo di leggere».
Gary L. Francione, giurista
«Jim Mason ha dipinto un affresco potente e angosciante dell’ossessione umana al dominio totale sulla terra, sui popoli animali e sui nostri conspecifici.
Mason, però, non ci lascia senza speranza, offrendoci, al contrario, un progetto per superare la morte spirituale, individuale e collettiva.
Un saggio emozionante con la capacità di risvegliare le parti migliori dell’animale che siamo».
Ingrid Newkirk, Peta |
Jim Mason
vive in Virginia, è avvocato e da sempre ha focalizzato la sua attenzione di studioso sulla relazione uomo/animali.
Mason è diventato famoso grazie ad Animal Factories, un libro pubblicato nel 1980 e scritto in collaborazione con Peter Singer. Ha anche contribuito al volume collettaneo In difesa degli animali (Lucarini Editore, 1987), curato da Peter Singer e recentemente ha pubblicato The Way We Eat (Rodale Press 2006).
Il suo articolo A Plague of Gypsy Moths è stato scelto per essere inserito nell’antologia Cases for Composition (Little, Brown, 1984).
Suoi articoli sono apparsi, tra gli altri, su «The New York Times», «New Scientist», «Newsday», «Country Journal» e «Orion Nature Quarterly».
La sua inchiesta sul commercio di animali esotici, pubblicata nel 1993 su «Audubon», è stata nominata per il National Magazine Award ed è stata inserita nell’antologia Preserving Wildlife:
An International Perspective (Prometheus Books,2000).
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Non siamo stati condannati,
se non da noi stessi, a diventare quel che siamo. La sete di dominio non è nel nostro codice genetico.
Quella di Mason è l’analisi delle radici storiche e culturali della credenza occidentale secondo cui Dio avrebbe conferito all’uomo il dominio assoluto sull’intero creato.
La riduzione in schiavitù degli animali a fini bellici o per l’allevamento operata dalle società basate sull’agricoltura ha lacerato l’antico legame e il senso di fratellanza che l’uomo ha da sempre provato nei confronti degli altri animali, permettendo così la nascita di una cultura alienata dalla natura. Si è così alterato profondamente il nostro rapporto con essa, con noi stessi e soprattutto quello con gli altri animali, di cui abbiamo bisogno «come compagni, come stimolatori di empatia e di cura, come strumenti per alimentare e plasmare la nostra mente e come parenti che ci ricordino la nostra vicinanza al resto del mondo vivente».
L’autore ci presenta il conto che tale isolazionismo ha comportato in termini di perdita di consapevolezza, di capacità di ispettare la natura e di volontà di controllare le nostre derive distruttive: è proprio il nostro modo di vedere e considerare gli animali che sta alla base dell’attuale crisi ambientale e della relazione tra questa e le altre forme di oppressione sociale: la guerra, la violenza
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